Adolf Eichmann
(Solingen, 19/3/1906 – Ramla, 31/5/1962)
Il 1961 è l’anno del processo ad Adolf Eichmann uno dei principali fautori dello sterminio degli ebrei al fianco di Hitler. Fuggito in Argentina dopo la fine della guerra, nel 1960 Eichmann viene identificato e catturato da agenti del Mossad che lo consegnano al governo israeliano perché sia sottoposto a giudizio. Il processo, che inizia l’11 aprile del 1961, è un evento mediatico di enorme risonanza, destinato a segnare una svolta nella percezione della Shoah e, soprattutto, nella percezione del neonato Stato di Israele.
Anche Bologna è tenuta al corrente dei fatti: per tutto il mese di marzo del 1961, il quotidiano cittadino per eccellenza, “Il Resto del Carlino”, è punteggiato di articoli su Eichmann, sul prossimo processo, sui campi di sterminio, sui tentativi di cattura di un altro criminale nazista, il dottor Mengele.
Nello stesso anno il “Comitato bolognese per le onoranze ai martiri di Auschwitz”, di cui l’avvocato Berti Arnoaldi Veli è segretario, si impegna nell’opera di sensibilizzazione pubblica verso il processo, appoggiando il diritto di Israele a usare la massima severità nei confronti dell’imputato.
Il processo si concluderà con la condanna a morte del reo, a tutt’oggi l’unica in Israele, che sarà simbolicamente seguita dalla cremazione del cadavere e dalla dispersione delle ceneri in mare, al di fuori delle acque territoriali dello stato.
Foto:
1. Adolf Eichmann durante il processo (Wikimedia Commons)
2. Appello del Comitato bolognese per le onoranze ai martiri di Auschwitz (Archivio Istituto storico Parri)
3. Josef Mengele (Wikimedia Commons)