Eugenio Heiman
(Bologna, 10/3/1920 – 12/4/2006)
Eugenio Heiman, a causa delle leggi razziali del 1938, non può intraprendere gli studi di filologia alla Normale di Pisa, per la quale aveva ottenuto l’ammissione, e deve ripiegare sugli studi di ragioneria impiegandosi nel commercio dei tessuti. Dopo l’8 settembre 1943 si rifugia in Abruzzo dove riesce a nascondersi sotto falso nome fino alla fine della guerra.
Durante il conflitto e negli anni immediatamente successivi si impegna nella DELASEM (Delegazione Assistenza Emigrati Ebrei) per dare sostegno ai profughi ebrei e ai sopravvissuti ai campi di concentramento.
Dopo la liberazione torna a Bologna dove si adopera, tra le altre cose, per la ricostruzione della sinagoga gravemente danneggiata dai bombardamenti. Tra il 1953 e il 1965 è più volte eletto presidente della comunità ebraica bolognese e riveste anche il ruolo di consigliere nell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Dal 1983 al 1999 investe le sue energie nelle attività di ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale ebraico in Emilia-Romagna, attività che porteranno alla nascita della Fondazione Museo Ebraico di Bologna, di cui sarà presidente dal 1999 al 2002.
Foto:
1. Eugenio Heiman (Archivio della famiglia Heiman)
2. Lettera di Eugenio Heiman a Francesco Berti (Archivio Istituto storico Parri)