FILONE DI ALESSANDRIA - Ciclo 4 PADRI PER 4 IDEE
Filone di Alessandria (30 a.C. – 45 d.C.) nacque da famiglia benestante; suo fratello, Alessandro Lisimaco, fu un alto funzionario in Egitto. Principale esponente del giudaismo alessandrino di età romano-ellenistica, si interrogò sui significati insiti nei libri del Pentateuco alla ricerca di un dialogo tra la tradizione mosaica e le istanze della filosofia greca, in particolare platonica e stoica. Avviò un’analisi sistematica delle opere del Pentateuco guidato da un’interpretazione allegorica, di ascendenza stoica, che presupponeva la coesistenza di due livelli di significato: uno letterale, immediato, e un altro più profondo, che era compito dell’esegeta rintracciare e fare emergere. Questo metodo di lettura e comprensione del testo scritturale sarebbe stato seguito da esegeti ebrei e cristiani nei secoli successivi, lungo tutto il Medioevo. Affrontò il problema della persecuzione antiebraica di fronte alla volontà dell’imperatore romano Caligola (37-41 d.C.) di imporre a tutti i sudditi, compresi gli israeliti, il culto imperiale; allo scopo di scongiurare questo sopruso Filone partecipò intorno al 40 d.C. a un’ambasceria a Roma presso lo stesso imperatore: la missione diplomatica fallì, ma dopo poco morirono sia Caligola sia il prefetto d’Egitto antisemita Avillio Flacco, e Filone interpretò tali decessi quali esempi palesi della persecuzione divina degli empi; quest’ultimo pensiero ispirò una linea interpretativa della Storia che può vantare, tra le varie opere, il “De mortibus persecutorum” dello scrittore cristiano Lattanzio.