CORSO - Artisti ebrei italiani verso la libertà: da Serafino de Tivoli a Modigliani |1850-1920
L’emancipazione degli ebrei italiani avvenne nel 1861 con la nascita del Regno d’Italia innescò un complesso processo di profondi cambiamenti culturali in seno all'ebraismo anche in relazione ai linguaggi espressivi, come la musica e le arti figurative, che iniziarono manifestarsi con evidenza.
Le forti personalità di alcuni artisti di origine ebraica che operarono della prima metà dell'Ottocento crearono le basi affinché altri, tra la seconda metà del secolo e l'inizio del Novecento, potessero, seppure in un contesto difficile, assurgere ad un ruolo di protagonisti sulla scena internazionale. Questa è la situazione di alcuni pittori che si dedicarono alla “macchia” toscana, quali Serafino de Tivoli e Vito d’Ancona e, successivamente, Amedeo Modigliani.
Artisti che non senza difficoltà si posero con un atteggiamento critico rispetto al Secondo Comandamento che proibisce agli ebrei di raffigurare l’immagine umana. Senza aderire a movimenti e avanguardie artistiche in quegli anni a Parigi questi artisti contribuirono ugualmente al rinnovamento della pittura in Italia: Serafino de Tivoli può essere considerato il primo pittore di paesaggio ad usare la “macchia”, che poi verrà adottata da altri in Toscana fino a divenire un vero movimento noto come “Macchiaioli”. Movimento di assoluta qualità tecnica-espressiva, non certamente inferiore all’Impressionismo francese, ma che il provincialismo italiano di quegli anni non fece emergere fuori dai confini nazionali. Più tardi, ai Macchiaioli aderì Vito D’Ancona, pittore di numerosi ritratti e di vita domestica particolarmente apprezzato dalla borghesia fiorentina. Di modeste origini, ma che giunse alla notorietà europea per i suoi bellissimi ritratti fu il livornese Vittorio Matteo Corcos: grazie al mercante parigino Goupil, divenne il pittore prediletto delle famiglie reali e dell’alta società europea. Ulvi Liegi può essere considerato come l’ultimo dei macchiaioli perché vi aderì verso la fine del secolo. Agli inizi del Novecento emergere la figura di Mario Cavaglieri, pittore elegante e raffinato dalla tavolozza vivace e dalla pennellata libera veloce di gusto espressionista; opere di particolare suggestione e bellezza sono le sue scene di interni borghesi. Parallelamente emerge la figura grandissima di Amedeo Modigliani, divenuto celebre solo dopo la sua morte. Il suo modo di vivere, condotto in assoluta libertà, e essenzialità, ne ha fatto un mito della vita artistica bohemien parigina. Di giorno la sua esistenza era ebbra di vita e di passioni poi di notte finiva a dipingere figure femminili malinconiche e assenti. I colori caldi della sua toscana medievale e l’essenza delle composizioni ne hanno caratterizzato il timbro espressivo unico e inimitabile.
Il corso affronterà altri pittori a dimostrazione di quanto sia stato vivo e forte il contributo degli artisti ebrei all’arte italiana al pari di quelli negli altri linguaggi espressivi come la letteratura, la musica e la fotografia.
docente: Franco Bonilauri, già direttore MEB
tutti i lunedì per quattro settimane | ore 17.00-18.30
calendario
3 febbraio | Inquadramento storico e le arti
10 febbraio | Gli artisti ebrei
17 febbraio | Amedeo Modigliani I parte
24 febbraio | Amedeo Modigliani II parte
Iscrizioni: entro 30 gennaio 2020
Costo: intero € 85,00 - studenti e pensionati, detentori CARD Musei Metropolitani Bologna € 70,00