#laculturanonsiferma! La vastità della parola mamma. Mathilde ed Elias Canetti
Una narrazione teatrale che illumina la presenza della figura materna nella vita ebraica intrecciandosi alla storia del forte legame di uno scrittore intenso e analitico come Elias Canetti con la memoria della madre, Mathilde Arditti, di famiglia ebraica di origine livornese. Un percorso che ci porta ai primi anni di vita dello scrittore, nato nel 1905, vissuti sulle sponde del Danubio nella città bulgara di Ruse alle successive residenza europee, da Manchester a Zurigo, da Vienna a Francoforte e a Parigi.
Un'immersione nella "vastità della parola mamma", che ci dà la visione di un mondo ebraico variegato e complesso, ricco di scenari culturali e artistici e di personaggi indimenticabili, che passa attraverso la figura di una madre, centrale nella formazione culturale del figlio, proprio a partire dalla scelta del tedesco come "lingua d'amore". Una storia che si intreccia nella "vastità" di altre madri e delle loro storie, dalla Bibbia ai giorni nostri.
Allora non sapevo ancora cosa è la "vastità", eppure lo "intuivo": il poter contenere in sé moltissime cose, anche tra loro contraddittorie, sapere che tutto ciò che sembra inconciliabile sussiste tuttavia in un suo ambito, e questo sentirlo senza perdersi nella paura, e anzi sapendo che bisogna chiamarlo col suo nome e meditarci sopra: ecco la cosa che proprio da mia made ho imparato, ed è la vera gloria della natura umana. (da La lingua salvata di Elias Canetti).
Uno spettacolo de "Il Ruggiero"
Ideazione e regia, testi da Elias Canetti, Testi originali, apparato visivo, musiche
a cura di Emanuela Marcante, voce recitante e pianoforte
e Daniele Tonini, voce recitante, canto, flauto
con la partecipazione di Antonello Lombardi
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